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Come retribuire i volontari: un annoso problema che comporta spesso problemi interpretativi


Apro una associazione cosi sono sempre più agevolata nel gestire la contabilità e nel gestire i rapporti con i collaboratori”. 

Questa frase è il frutto e il riassunto di una telefonata di stamane di una persona un po’ perché l’ha letto su Facebook un po’ perché ha fatto ricerche su Google o semplicemente perché l’ha detto un suo amico che ha un commercialista bravissimo che gli dice come aprire le associazioni e non avere problemi. 

Da questa frase nasce questa nostra riflessione mattutina, o di tarda mattinata ormai. 

Abbiamo ripetuto nel corso degli anni, in convegni frontali o anche in video (e l’esperienza del Coronavirus ci ha portato ad essere praticamente quotidianamente in video ) che la verità non è quella prefigurata dai social o detta dall’amico simpatico che al bar con noi condivide caffè e cappuccio: gestire una associazione non è facile e comporta l’impiego di tempo, studio e dedizione .

Il nostro paese, patria di Poeti , Santi , Sognatori e Navigatori, è in realtà un paese complicato, burocratizzato, difficile. Pensare che possa esistere ancora oggi un settore privo di complicazioni burocratiche è credere nell’esistenza di un mondo che non è più quello italiano: nulla è semplice, tutto è complicato e laddove si parla di “ semplificazione” e “sburocratizzazione” si deve leggere in realtà “complicazione” e “complicanze ulteriori”. 

Uno dei nodi fondamentali nella gestione nelle associazioni riguarda la possibilità o meno di retribuire il lavoro che viene prestato nelle associazioni stesse. 

C’è un principio diffuso secondo il quale nelle associazioni si debba prestare lavoro a titolo gratuito, sempre. Principio sul quale bisognerebbe riflettere e dialogare per cercare di portare l’attenzione sull’innegabile aspetto che il lavoro è un qualcosa che impiega il proprio tempo e il proprio tempo e il proprio lavoro va pagato. 

Ma, al di là di questa riflessione che può trovare a volte accordo a volte disaccordo, resta il nodo centrale della questione di corresponsione di retribuzione all’interno delle associazioni di volontariato. 

Una associazione di volontariato non può distribuire utili o avanzi di gestione e si considera sempre quale distribuzione indiretta degli utili la corresponsione ai lavoratori dipendenti di salari o stipendi superiori al 20% rispetto a quelli previsti dai contratti collettivi di lavoro per le medesime qualifiche. 

I volontari non vengono retribuiti ma possono ricevere solo rimborsi a più di lista. 

Facciamo attenzione a retribuire i cd “volontari” con o senza partita iva. 

Un volontario è colui il quale svolge la propria attività senza desiderare compensi o corresponsione di denaro (giusta o non che sia tale impostazione) e non può percepire somme identiche ogni mese adducendo motivazioni come “ si tratta di pochi soldi”. 

Lo stesso dicasi per i cd “volontari” che svolgono la libera professione nella vita di ogni giorno e poi percepiscono compensi professionali perché “volontari “della associazione .

Una associazione può utilizzare e retribuire professionisti esterni per prestazioni di lavoro autonomo rese esclusivamente nei limiti necessari al suo regolare funzionamento ma in questo caso i professionisti nel momento in cui volessero svolgere una attività professionale non dovrebbero qualificarsi come volontari. 

Nulla è più facile nel nostro paese, neppure fare “ il volontario” .

@consulentidellosportedelterzosettore


Commenti

  1. ... ciò detto il problema rimane.. sarebbe interessante capire quali spese siano rimborsabili a quei volontari che escono di casa..raggiungono i locali sociali ed iniziano la loro attività per puro spirito "volontario". Sarebbe il caso di analizzare ciò che è possibile "rimborsare": la colazione... le spese di benzina secondo tariffario Aci..il pranzo ( o lo mandiamo a casa a pranzare visto che vive nello stesso paese dell'associazione!!). una merendina pomeridiana.. insomma tutto questo per ogni giorno di impegno sociale del volontario. Sarebbe proprio il caso di evitare di raccogliere scontrini su scontrini ed ingolfare il tesoriere per i rimborsi. E poi questi rimborsi si fanno in contanti o con accredito bancario? come al solito.. caos..incertezza..

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