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Non smettiamo mai di avere sete di conoscenza perché la conoscenza è vita.

Ne ha parlato anche il Presidente della Repubblica Italiana : del digital divide .

Al di là dell’uso dell’inglese nel linguaggio comune in luogo della nostra bellissima lingua, per digital divise di intende il divario esistente fra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell’informazione e chi ne è escluso, anche parzialmente.

Aumentano le informazioni, aumentano gli input, aumenta la conoscenza ma paradossalmente sono enormemente aumentate anche le disparità cognitive di ognuno di noi .

Questo processo, sempre per tornare all’uso della lingua inglese che persino il presidente della Crusca italiana il prof Claudio Marazzini bolla come deprecabile definendolo “inutile ricorso”, si chiama knowledge gap .

Il Knowlledge gap riguarda uno scenario sempre più forte fra persone che sanno e coloro i quali invece non sanno o più esattamente coltivano delle credenze in base alle loro percezioni. 

Questo divario crea una realtà figlia di credenze sociali in ambienti tecnologici con percezioni distorte al punto da non comprendere il testo scritto e saperlo analizzare.

Un esempio ne è stata la mail inviata da Sport e Salute, mail semplicissima in cui si comunicava l’esistenza o meno di discrepanze fra la realtà dei fatti e la verità dichiarata in sede di compilazione della domanda, che ha dato invece motivo di panico generalizzato fra molti operatori, convinti che con quella mail Sport e Salute decurtasse le somme a dir loro dovute.

Oggi giorno la disinformazione è dovuta anche all’eccesso di informazioni, per quanto anacronistico possa sembrare questo principio: più mi dicono cose su un argomento, più non comprendo l’argomento, più mi persuado in base alle mie percezioni di averlo compreso.

Non ci sono più le disuguaglianze tradizionali basate ad esempio sulla cultura o sul genere ma ci sono disparità che viaggiano fra la capacità di comprendere e quella di non riuscire a farlo e questo è causato da moltissimi fattori esterni ed interni .

Sono riflessioni derivanti da incapacità spesso comunicativa legata a mancati ascolti o ricostruzioni di frasi fatte e per sentito dire per cui studiamo , aggiorniamoci, non fermiamo mai la nostra voglia di conoscenza e non smettiamo mai di bere alla fonte della conoscenza stessa.

Perché se ci manca la voglia di bere alla conoscenza e ci limitiamo ai titoli dei giornali siamo finiti.

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